20 anni di Folkstone: ma l’attitudine e la voglia non sono cambiate

È uscito lo scorso 22 giugno Racconti da Taberna, l’ultimo vinile dei Folkstone che raccoglie i brani più significativi dei primi 20 anni della band, più due inediti.

Proprio un verso di questi inediti, dà il nome al Non ho tempo di aspettare Tour che sta portando in giro la band in questa estate 2024 nella quale sono anche al lavoro per il prossimo album.

Tra un impegno e l’altro però siamo però riusciti ad intercettare Lorenzo Marchesi, frontman della band, che ha risposto a qualche nostra domanda.

Avete ha festeggiato i vent’anni con questo doppio vinile…come ci arrivate a a vent’anni? Cosa è cambiato e come vi sentite oggi?

Ci sentiamo vecchi! (ride, nda) Non è cambiato molto, almeno nell’attitudine. Poi sicuramente è cambiato qualcosa nel modo in cui registriamo i pezzi da quando abbiamo iniziato, ma nell’attitudine live e nel nostro modo di intendere la musica non siamo cambiati.

Qualche anno fa eravate sciolti, di fatto poi siete tornati a grande richiesta. Vi siete pentiti di quella scelta oppure no? al di là dell’affetto che vi hanno dimostrato i fan

Non siamo pentiti dalla scelta perché quando l’abbiamo presa eravamo convinti e volevamo proprio staccare, quindi ci ha fatto solo che bene. Eravamo scarichi e ne avevamo bisogno. 

Non so se poi se sia stata una “grande richiesta”, di fatto ci siamo rimessi insieme per nostra volontà, poi sicuramente ci ha fatto piacere l’entusiasmo e l’affetto che ci hanno dimostrato e che continuano ad avere per noi.
Ad oggi siamo in tour e stiamo scrivendo nuovi pezzi, quindi siamo decisamente soddisfatti di essere tornati ma non pentiti di quella scelta.

Di questi vent’anni avrete un momento, facilmente magari più di uno, che ricordate con piacere e invece magari un momento o un episodio che se poteste tornare indietro preferirste cancellare? 

Non lo so, io di episodi che ricordo volentieri ce ne sono tanti, da band con cui abbiamo suonato alle date live che per noi sono tutte belle. Quindi se ritornassi indietro rifarei tutto, non c’è un momento che cambierei. 

A proposito di live attualmente siete in tour, anche se piuttosto breve. È stata una scelta legata a qualche motivazione in particolare o un insieme di necessità che vi ha portato a questa decisione?

È stata principalmente una scelta perché stiamo lavorando ai nuovi brani di un doppio album che uscirà  in inverno. Volevamo però fare qualcosa per presentare anche questo vinile e così abbiamo deciso di “fare un giro” di massimo una decina di date, tutte in Italia.

Giusto per festeggiare i venti anni, diciamo.

Si esatto.

Non vedo però la vostra Bergamo, è una scelta anche quella o ci sarà magari una sorpresa?

Ad oggi non c’è, ma ci stiamo lavorando. Diciamo che potrebbero esserci delle sorprese: non di molto ma è un calendario in aggiornamento, anche se come dicevo saranno in caso ancora poche date. 

Parliamo quindi di questo prossimo album. C’è già qualche anticipazione oltre al fatto che sarà un doppio un doppio vinile? A livello di sonorità immagino che seguirete quello che comunque poi è il il vostro stile o dobbiamo aspettarci sorprese?

Stiamo ancora completando la fase di scrittura quindi è ancora presto per parlarne. Sicuramente posso confermare che sarà un doppio vinile e ci sarà davvero tanta roba dentro, ma è prematuro parlarne ora.

Da questo punto di vista essere in tanti porta tante idee che è difficile far coesistere o comunque far quadrare oppure è solo qualcosa che arricchisce il portare ognuno il suo contributo?

Diciamo che chi scrive il grosso dei brani, il motore della scrittura, siamo io, Roby (Roberta Rota) ed Edo (Edoardo Sala). Però gli altri arricchiscono perché portano ognuno il suo arrangiamento quindi non c’è assolutamente nessun un problema, c’è una certa divisione del lavoro: una prima fase in cui lavoriamo in tre sul pezzo e poi viene passato agli altri che magari danno anche un taglio diverso al loro strumento

L’ultima domanda che volevo farti è su come conciliate o qual è il vostro rapporto con la tecnologia visto che comunque a livello di di testi, di “spirito” si capisce che avete non dico una certa avversione alla tecnologia ma comunque un’attitudine più legata al vissuto in prima persona ed alla dimensione live mentre immagino che il mondo attuale vi costringa anche per necessità pratiche ad usare tanto la tecnologia. Ad esempio penso banalmente al fatto che appunto usciate con dei vinili quando ormai è tutto super digitale e in download o in streaming…

Si, penso che l’album uscirà comunque anche in digitale perché è impossibile non stare al passo con i tempi, però ci piaceva l’idea del vinile perché è qualcosa puoi tenere in mano. Alla fine la musica digitale anche se la compri non ce l’hai fisicamente, mentre invece ci fa piacere che anche tanti nostri fan ci chiedano proprio un prodotto che possono avere e tenere in casa.
Poi di base non è che siamo contrari alla tecnologia come persone perché siamo strani, semplicemente noi siamo di un’altra generazione!

E invece nella nella parte di scrittura e di creazione della musica è cambiato qualcosa in questi venti anni dal punto di vista tecnologico o siete rimasti comunque legati alle origini?

Beh, è cambiato molto. Un tempo ti trovavi in sala prove e con un registratore ti mettevi lì e registravi tutto, ora hai a disposizione molti più strumenti che ti permettono di fare molte più cose e semplificano anche molto alcuni aspetti.

Si, la mia domanda era anche legata al fatto che voi usate comunque magari alcuni strumenti che non sono particolarmente moderni…

Si, quelli vengono registrati un po’ come una volta, anche perchè è vero che ormai puoi riprodurre tutto digitalmente ma se c’è la possibilità è sempre meglio suonare.