Grande successo per la prima serata di Summerfield Music Festival 2018 che vedeva protagonisti sul palco Giaime e Tedua: grazie alla struttura al coperto la pioggia non ha fermato la festa a Cassano Magnago (VA) ed il pubblico, composto soprattutto da giovanissimi, è accorso numeroso.
Complicato per chi scrive raccontare le performance dei due artisti dal punto di vista tecnico: sia per una oggettiva difficoltà nel valutare due artisti che fanno largo e dichiarato uso dell’autotune e nessuno di strumenti suonati dal vivo, ma anche per una forma di “ignoranza” personale ascrivibile solo al sottoscritto.
Facile invece raccontare l’entusiasmo scatenato nei fan presenti e la partecipazione pressoché totale alla performance dei due giovani artisti.
Si comincia con Giaime che, nonostante qualche problemino tecnico e un’interruzione per furto subito risolta, scalda immediatamente la folla dimostrando di essere qualcosa di più di un classico gruppo spalla: la gente lo conosce e lo apprezza e per molti dei ragazzi presenti è praticamente un secondo headliner.
Il ragazzo è giovane, ma ricorda molto il rap vecchia scuola: condivide il palco con chi fa le seconde voci, incita la folla e non nasconde in alcun modo la sua provenienza dalla strada. Alla fine per lui quasi un’ora di spettacolo che trascorre rapidamente, anche troppo forse per i fan accorsi.
Sicuramente diverso già dall’impatto lo show di Tedua: uno sfondo con solo il titolo del suo ultimo album Mowgli e solo il dj incaricato dei campionamenti (musicali e vocali) ad accompagnarlo.
Non è difficile capire il perchè della scelta: i ragazzi lo adorano, non ha bisogno di altri contorni per far esplodere il boato dei presenti che cantano con lui tutti i brani proposti, rendendo spesso inutili le seconde voci campionate.
Nonostante la giovane età Tedua dimostra una confidenza con il palco e con il pubblico da veterano: non ha bisogno di chiedere l’apporto del pubblico, gli basta puntare il microfono nella loro direzione per ricevere la conferma che la gente c’è e sta gradendo lo spettacolo.
Al di là delle considerazioni sulla tecnica individuale come rapper o sulla qualità delle rime, quello che per ora segna il passo tra i due e che indica Tedua come più pronto al grande salto è decisamente la capacità del genovese di prendersi palco e pubblico senza salamelecchi, senza una parolaccia, senza eccessivi discorsi retorici, cose che con un po’ di pregiudizio ti aspetteresti da un esponente di quel tipo di scena.
Sicuramente un buon inizio per il festival che continuerà fino a domenica speriamo sempre con lo stesso entusiasmo e la stessa partecipazione.
Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% “made in sud” nella settimana in cui primeggiava in classifica “Carletto” di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra
Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna.
Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un’adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell’Indie, parola che in ogni caso odia.